REGNO UNITO: Ondata di scioperi tutt’altro che finita

Nonostante molte testate confermino l’impressione che l’ondata di scioperi nel Regno Unito sia terminata, tale impressione è ben lontana dalla realtà. Un intero settore del mondo del lavoro britannico continua a scioperare o si appresta a farlo. Alcune categorie di lavoratori hanno messo fine alle loro vertenze, soprattuttoper opera digruppi dirigenti sindacali troppo inclini astringere accordi con un governo apparentemente intransigente. In realtà questa intransigenza potrà continuare a manifestarsi soltanto finché i vertici sindacali e il Trade Union Congress si rifiutano di proclamare tutti insieme un’azione di sciopero unitaria e di brandire la concreta minaccia di uno sciopero generale di tutto il settore pubblico. Come abbiamo scritto in precedenza nel 2022 gli aumenti salariali del settore pubblico sono rimasti significativamente indietro rispetto a quelli del settore privato, ma nel 2023 questa tendenza appare meno pronunciata. Secondo Statista la crescita annuale dei salari, calcolata fino a settembre 2023, è stata dell’8,5%, bonus inclusi, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) che registra un’inflazione al 6,8%, rispetto al picco dell’11% toccato nel 2022. In questo quadrogli aumenti salariali nel settore pubblico, pari al 5% più un’una tantumtra le 1.655 e le 3.789 sterline per gli infermieri e al 6,5% per gli insegnanti, non rappresentano una sconfitta, ma piuttosto un deplorevole compromesso, che implica certo un’ulteriorecompressione del loro tenore di vita, ma non così grande come si poteva temere. La lezione ricavata dagli scioperi è che se i lavoratori del settore pubblico non avessero scioperato i loro aumenti salariali sarebbero stati la metà di quelli che hanno ottenuto e quindi la loro azione può essere considerata una vittoria parziale.

Gli scioperi continuano

Per altri lavoratori la lotta continua. I medici tirocinanti e gli specializzati hanno scioperato insieme per strappareaumenti superiori all’inflazione. Man mano che l’inflazione si attenua la realizzazione di tale obiettivosembra avvicinarsi più di quanto non potessimo prevedere. Sono in corso colloqui dietro le quinte tra la British Medical Association (BMA) e il governo, che potrebbero portare a una proposta di aumenti salariali in un futuro non troppo lontano. Il 3 ottobre, poi,hanno scioperato anche i radiografi.

Il sindacato dei docenti universitari (UCU) rimane in conflitto aperto con 42 università, in cui tra il 25 e il 29 settembre ci sono state azioni di sciopero. Purtroppoperò l’UCU ha permesso a quasi un centinaio di sezioni sindacali in procinto di scioperare difermarsi. Il fatto che alla testa di lavoratori pronti ad agire ci sia una leadership così debole è un pessimo segnale per tutti loro e riflette lanecessitàdi nuovi e vitali gruppi dirigenti sindacali. Le candidature per il National Executive Committeedell’UCU si apriranno a breve ed è prevista l’elezione di un nuovo segretario generale nel 2024. Molti docenti restano fermi nella loro determinazione di affrontare i prepotenti gruppi aziendali che oggiamministrano le università del Regno Unito e cercano di mantenere condizioni tali da preservare una forza-lavoro degna degli studenti a cui forniscono i propri servizi.

Gli iscritti al PCS,sindacato del pubblico impiego,sono in sciopero nei tribunali di tutta l’Inghilterra. Si tratta di guardie giurate che lavorano per la società di vigilanza privata OCS, a cui sono stati proposti aumenti che in alcuni casi non superano i trepennyl’ora. Nonostante una sentenza della Corte Suprema vieti l’uso di personale interinale in quel campo, OCS sta cercando di utilizzare i lavoratori in somministrazione per neutralizzare l’azione del sindacato. Questi ultimi spesso sono poco qualificati e vulnerabili e alcuni di loro si sono uniti al PCS perché vedono da vicino le limitazioni del lavoro interinale e i vantaggi di appartenere a un sindacato combattivo.

In Scozia migliaia di addetti alle pulizie, al catering, al personale ausiliario e ai custodi delle scuole hanno iniziato uno sciopero di tre giorni. UNISON (Unione dei lavoratori del settore pubblico) ha dichiarato che 21.000 dei suoi iscritti sono in sciopero per il salario in risposta a una proposta di aumenti del 9,57% per i lavoratori con le retribuzioni più basse, ma con un andamento decrescente man mano che si risale la scala salariale.

Continuano anche gli scioperi nelle ferrovie. Sono in corso dal giugno 2022. Le compagnie ferroviarie, con la spinta del governo, hanno usato la pandemia come scusaper cercare di introdurre nuove forme di organizzazione del lavoro e colpire occupazione e salari. Il tentativo di rimuovere gli addetti alla vigilanza dai treni è stato respinto con successo, ma altri attacchie tagli ai posti di lavoro sono andati avanti, ad esempio il tentativo di chiudere le biglietterie. Sebbene i datori di lavoro sui salari abbiano cambiato posizione, a riprova dell’efficacia dell’azione sindacale e della determinazione dei lavoratori, i sindacati sono ancora insoddisfatti delle offerteavanzate ufficiosamente dalle imprese. L’RMT (lavoratori dei trasporti e del mare) e l’Aslef (macchinisti) devono proclamare con urgenza ulteriori azioni sindacali unitarie e coordinate, compresi scioperi bianchi e scioperi veri e propri.

Gruppi dirigenti deboli

Nel solo mese di dicembre 2022 a causa degli scioperi si sono perse 826.000 giornate di lavoro. Si tratta della cifra più alta registrata in un solo mese dal novembre 2011. Il numero totale di giornateperse tra giugno 2022 e giugno 2023 è stato di 4,1 milioni. Si tratta del numero più elevato dal biennio 1989-1990. La percezione è che gli scioperi riguardino solo il settore pubblico ed è vero che infermieri, insegnanti, medici, dipendenti pubblici, ecc. sono stati protagonisti di importanti vertenze sindacali, ma in realtà la maggior parte delle giornate di lavoro perse, il 54%,  è imputabile ai lavoratori del settore privato a causa degli scioperi nelle rete di trasporti privatizzata, ma anche nelle comunicazioni e nei magazzini per lo stoccaggio di merci.

Il governo è stato costretto a scendere a compromessi sulle retribuzioni e il divario tra gli aumenti retributivi nel settore pubblico e in quello privato si sta riducendo. Tuttavia gli sviluppi a lungo termine delle retribuzioni non sono positivi. Tutte le concessioni strappate al governo sono costate dure lotte e l’apparente fermezza di un governo in realtà davvero debole e impopolare non è mai stata realmente messa alla prova dai sindacati nel loro complesso. Piuttosto si è lasciato che fossero settori o gruppi di lavoratori a fare da avanguardie e i loro leader a volte appaiono più che altro difensori dello Stato, pronti a scendere a compromessi sui salari proprio mentre i prezzi aumentano e le retribuzioni dei dirigenti continuano a salire alle stelle.

Il partito laburista di Keir Starmer ha dato scarso sostegno ai lavoratoriin lotta e non c’è alcunsegnale che i lavoratori del settore pubblico potranno siglare accordi migliori con un futuro governo laburista. Starmer ha rinnegato tutte le promesse elettorali di sinistra fatte quando si è candidato alla guida del Labour e se un giorno vedremo un governo laburista, certo sarà di natura neoliberale e cercherà di gestire la crisi del capitalismo nel Regno Unito a vantaggio dei capitalisti e non dei lavoratori.

Ci sono richieste di un’alternativa radicale. Un’iniziativa della Campagna Stop Starmer a Londrachiede la nascita di un nuovo partito dei lavoratori, ci sono tentativi di creare partiti alternativi – Enough is Enough, People’s Assembly, Trades Unionists and Socialists Coalition (TUSC), ecc. L’elenco continua. C’è anche chi chiede a Jeremy Corbyn di presentarsi alle prossime elezioni come indipendente. Tutti questi variegati sforzi non serviranno a molto se non si riuscirà a colmare il divariopresente tra le diverse organizzazioni. A Calderdale, ad esempio, c’è la proposta di presentare un candidato socialista alle prossime elezioni, ma se questainiziativa non viene collegataad altre simili in tutto il Regno Unito, se ne ricaverà ben poco. La TUSC, ad esempio,dovrebbe evitare di presentare propri candidatidove ce ne sono già altri con un programma socialista, mentre dove è forte e può condurre una campagna elettorale efficace, gli altri dovrebbero sostenerla e collaborare. Ci sono molti socialisti là fuori e anche di più tra i giovani, che sostengono fortemente le idee socialiste. E al contempo c’è un’enorme delusione nei confronti dei partiti laburista e conservatore, ma anche frustrazione per la mancanza di un’alternativa realistica a essi.

Anche nei sindacati è fondamentale che i candidati di sinistra smettano di contrapporsi l’un l’altro, come hanno fatto ripetutamente in passato. L’UCU e il PCS si avviano entrambi verso l’elezione di nuovi segretari generali: dovrebbe essere scontato che la sinistra proponga un candidato unitario schierato su posizioni radicali. Sharron Graham (segretario generale di Unite) è un buon esempio di candidata di sinistra che può fare la differenza nella propria organizzazione, ma ha bisogno di essere sostenuta da altri militanti combattivi e su posizioni di sinistraall’interno del gruppo dirigente sindacale, pronti a mettere da parte le differenze tattiche per promuovere gli interessi complessivi della classe lavoratrice.

Figure ispiratrici

Nel frattempo la lotta continua. Le figure davvero ispiratrici che emergono dalle vertenze in atto sono quei lavoratori, molti dei quali si mobilitano per la prima volta, che danno davvero il buon esempio. In Amazon,nonostante alcuni lavoratori siano stati licenziati per essersi iscritti al sindacato, in una recente vertenza in molti sono stati pronti a unirsi ai manifestanti recatisi davanti al centro di distribuzione di Derby per protestare contro l’approccio autoritario di Amazon ai diritti sindacali. Si sono schierati a fianco dei manifestanti, nonostante la presenza della sicurezza e delle spie di Amazon.

Questo esempio dovrebbe ispirare tutti i lavoratori consapevoli di essere –loro e non i datori di lavoro – il vero motore del futuro. Sono i lavoratori che creano i prodotti di cui abbiamo bisogno per fornire cibo e abiti all’umanità e sono i lavoratori che hanno l’intraprendenza e le capacità necessarie perimmaginare un futuro libero dallo sfruttamento e dalla povertà. I vertici sindacali e gli altri esponenti del movimento dovrebbero ricordare questa semplice verità e decidere se vogliono dirigere la lotta o farsi da parte.

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